Technological watch

Riprende la corsa delle bioplastiche

Secondo le stime dell'associazione European Bioplastics, dopo la stagnazione post-covid, è attesa una ripresa della produzione. Ma l'Europa sarà sempre più marginale. 13 dicembre 2023 10:59

Dopo un periodo di stasi, la capacità produttiva di bioplastiche a livello mondiale ha raggiunto quest'anno 2,81 milioni di tonnellate - pari allo 0,5% dei consumi globali di materie plastiche - e crescerà fino a sfiorare 7,43 milioni di tonnellate nel 2028.
É questa la stima dell'associazione European Bioplastics (EUBP), che ha presentato i dati aggiornati del settore nel corso del convegno annuale che si svolge in questi giorni a Berlino.

I dati considerano l'intero spettro di polimeri che l'associazione europea ricomprende tra le bioplastiche, dai polimeri biodegradabili di origine fossile (poliesteri PBAT, PBS), a quelli non biodegradabili ottenuti da biomasse (come PE e PP verde, poliammidi parzialmente biobased e bioPET) fino ai polimeri biobased e biodegradabili come PHA, PLA e amidacei.

Secondo European Bioplastics, la produzione globale di bioplastiche ha ripreso a crescere quest'anno dopo alcuni anni di stagnazione, dovuta in larga parte all'emergenza Covid-19. Questo sviluppo è guidato da una crescente domanda di bioplastiche e dall’emergere di applicazioni e prodotti più sofisticati.

Quest'anno, per la prima volta, il report presentato al convegno, elaborato in collaborazione con nova-Institut, comprende un approfondimento sui dati di produzione. Il confronto tra capacità produttiva e produzione effettiva, mostra che l’industria delle bioplastiche sta operando vicino alla piena capacità. Pur variando in base al polimero dal 60% al 100%, il tasso di utilizzo medio degli impianti si attesta nel 2023 all'82%, ovvero una produzione effettiva di 1,79 milioni di tonnellate a fronte di una capacità di 2,18 milioni.
“La crescita della capacità produttiva andrebbe inserita in un più ampio contesto globale che lega crisi climatica, aumento dei costi energetici e interruzione delle catene del valore - ha spiegato presentando i dati Hasso von Pogrell, direttore di European Bioplastics (EUBP) -. Nonostante queste sfide, le capacità sono in aumento, confermando la resilienza e l’importanza del nostro settore”.



Guardando i diversi polimeri, quelli biodegradabili rappresentano il 52% del totale: al primo posto si colloca l'acido polilattico (PLA) con il 31% delle capacità, seguito a distanza da PHA e PBAT, rispettivamente con il 4,8% e 4,6%. Tra i biobased non biodegradabili, spiccano biopoliammidi (18,3%), PTT (13,5%) e polietilene "verde" (12,3%).

Per quanto riguarda i settori applicativi, gli imballaggi restano il principale mercato di destinazione delle bioplastiche, con il 43% del totale, pari a circa 934.000 tonnellate tra rigidi e flessibili, quota destinata a salire al 48% entro il 2028. Seguono le fibre con 451.000 ton (21%, con previsioni di diminuzioni), quindi altri beni di consumo (291.000 ton), automotive e trasporti (212.000 ton), agricoltura e orticoltura (99.000 ton) ed elettrico/elettronico (78.000 ton).



Dal punto di vista geografico, la produzione si sposta gradualmente verso oriente: in Europa, secondo le stime, la capacità passerà dall'attuale 12,8% del totale al 7,3% nel 2028, mentre in Asia, nello stesso periodo, salirà dal 55,3% al 71,5%. Lento declino anche in America, dal 18,7% al 17,0% al Nord e dal 13,0% al 3,9% in Sud America.



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Publication date: 13/12/2023

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